In occasione diW.A.M.(Wurmkos Amici Miei),Antonio Maniscalcopropone una nuova versione dell'opera da lui presentata nel 1994 nell'ambito di “Ex OP Paolo Pini”. All'epoca aveva installato lungo le mura di cinta dell'Ospedale Psichiatrico decine diMutofoni “apparecchi con funzionamento prevalentemente acustico per la cui amplificazione non si dice mai”, come li ha definiti lui stesso.

 

La mostra presenta due riproduzioni fotografiche – realizzate dall'artista – che mostrano laventi anni che separa il tempo dell'installazione originale ad oggi, nello specifico la scorsa estate: l'artista_cc781905-5cde-3194-bb3b-136bad5cf590_cdethen -3193-digcfd_bb3 il giardino, ora bosco, per vedere cosa restava del suo lavoro.

 

Solo un Mutofono era sopravvissuto al tempo, atti di vandalismo e natura. È stato trovato con ilbloccatono  non più diretto  verso il muro, ma verso l'interno del giardino.  Perché il tempo trasforma le cose, cambia direzione. Ed è proprio quest'ultimo Mutofono che verrà esposto,  sradicato dal contesto originario e ripiantato nello spazio espositivo, volutamente lontano dalle pareti,finalmente liberi di comunicare.

 

Il giorno dell'inaugurazione lo spazio è stato avvolto da un'installazione sonora del compositore Angelo Petronella. 

 

Per il finissage della mostra i danzatori della compagnia LD'A Linea d'Aria propongono una performance originale  ispirata al concept originaledall'opera di Antonio Maniscalco.  Grazie al movimento, reinterpreteranno questigrida trattenute, frasi implicite, censures silent, muto omesso a tacere.